Da sapiens sapiens a stupidus stupidus. L’agonia di una civiltà.

    Come molti sanno la mia attività di promotore culturale, informatore libero e pubblicista indipendente si è intensificata ed ha avuto un picco in questi ultimi tempi. Chi mi conosce lo poteva ben prevedere: se già il sottoscritto si era occupato di salute pubblica per la sottovalutata emergenza ambientale dei manufatti contenenti amianto ancora scandalosamente sparsi per l’Italia (www.amiantoeppursimuore.it), si poteva immaginare come potesse reagire a fronte di una disinformazione globale ed una manipolazione dell’informazione sulla “pandemia” Covid-19. Chi mi conosce sa del mio impegno civile e poteva perfettamente prevedere che mi sarei mosso, in qualche modo, con solerzia e tenacia, come da sempre faccio avverso le superstizioni, anche bimillenarie, e con forza proporzionale alla gravità delle false informazioni, specialmente quando entra in gioco la salute sia fisica che mentale; soprattutto se viene compromessa la nostra lungimirante e ancora per lo più inattuata Costituzione.

    Ho subito cercato di oppormi alla falsità e all’inganno dei “vaccini” cercando di far comprendere ad amici e conoscenti che la televisione di regime non dice la verità e ho postato a più riprese, per almeno instillare in loro un minimo dubbio sulla narrazione ufficiale e  affinché non perdano quel basilare e salutare senso critico che sempre ci ripara dalle avversità, come sempre dico nelle introduzioni degli autori presentati nel mio salotto (www.candide.it) nei più diversi campi del sapere.

    Orbene, non pochi mi dicono di non inviare loro più nulla. Per costoro, tra i quali c’è anche un collega avvocato che mi scrive “Perdonami ma ti blocco”, non mi sforzerò più, non cercherò più di farli dubitare delle “verità ufficiali” e liberarli dal condizionamento del mainstream... a questo punto chi me lo fa fare? Contenti loro... non bisogna cercare di liberare dalle catene chi non vuole essere liberato. Ovviamente la mia battaglia politica prosegue, anche in seno al Movimento 3V per le prossime amministrative, perché il cambiamento e la consapevolezza della cittadinanza sono la base di una politica poi estesa al territorio nazionale. Ricevo per fortuna più consensi e apprezzamenti rispetto ai dissensi di chi preferisce “bloccarmi” senza nemmeno riflettere sui video e sugli articoli di (pochi e coraggiosi) giornalisti, medici e scienziati indipendenti che faccio girare.

    Si moltiplicano intanto i gruppi sui social e le chat di persone impegnate come me, che pensano come me, che fanno come me, senza pretendere di voler salvare chi non vuole essere salvato, anche se è scelta difficile lasciare andare al macello chi non vuole minimamente informarsi. Almeno mi conforta incontrare sempre più persone nuove che hanno molto più in comune con me di coloro che ora lascio al loro destino di “vaccinati”.

    Che la stupidità sia diventata uno dei grandi temi e problemi del nostro tempo lo conferma Vittorino Andreoli, uno dei più grandi psichiatri internazionali, a sua volta autore di un preoccupato saggio, Homo stupidus stupidus. L'agonia di una civiltà. 

    Urge infatti una riflessione sulla stupidità umana, sulla sua sorprendente persistenza, sul fatto che dilaghi nonostante il sedicente progresso, la sedicente istruzione e in barba a tutti i luoghi comuni della modernità. La prima considerazione è una messa in guardia: serve autocritica. Chi scrive queste note non è affatto immune dal virus della stupidità, ha soltanto una vaccinazione, incompleta per quanto potente: riconosce il problema, non lo sottovaluta e accetta di porre i suoi comportamenti, le idee e le convinzioni sotto il microscopio del giudizio e dell'umiltà. Perché c’è anche un altro virus, opposto e benefico, il pensiero.

 

    O si pensa o si crede. Spirito gregario, credulità popolare unita a granitiche certezze, una fiducia religiosa negli "esperti" e nella cosiddetta scienza, conformismo diffuso a livelli inaspettati, comportamenti e idee indotte che dilagano rapidamente - come altrettanti virus - in condotte di massa, indifferenza reciproca, una litigiosità su questioni minime che appare - ed è - una delle tante armi di distrazione di massa. In più, l'assoluta mancanza di senso critico: nessun sospetto che la stupidità sia indotta, alimentata, voluta dai padroni, addirittura l'incapacità di capire che i padroni del mondo esistono, a livello finanziario e poi politico.

 

    Andreoli conclude tristemente che oggi solo gli imbecilli possono essere felici. La sua diagnosi è severa: "Distruttività, frustrazione e insicurezza sono le caratteristiche del nostro tempo. (…) Siamo la società della paura e domina la cultura del nemico.” Il nostro tempo non è violento, peggio, è distruttivo. Insieme con la distruttività, la caduta dei princìpi del vivere civile e sociale e l’assenza di misura sono alla base della crisi dell'uomo contemporaneo.

 

   Ad un certo punto della sua storia l'uomo si è distaccato dagli stadi precedenti, guadagnandosi la definizione di sapiens sapiens. Ma che ne è oggi dell'uomo quando delega le sue decisioni e la sua coscienza innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo e regredisce a stupidus stupidus? È questo, secondo Andreoli, il tratto che definisce la nostra società, l'abbandono alla parte pulsionale che conduce a un'inarrestabile morte della civiltà.

 

    Lo stupido, non dimentichiamolo, è la persona più pericolosa che esiste. L' intelligente sa di essere tale. Il cattivo è consapevole di essere cattivo. Lo sprovveduto è penosamente immerso nel proprio candore. A differenza di tutti questi soggetti lo stupido non sa di essere stupido. Questo contribuisce a dare maggiore forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastante. Non è inibito dall'autocoscienza, dalla vergogna o da un esame razionale delle sue condotte. In realtà, non agisce, si limita a fare, perché lo fanno tutti, e in questo è instancabile. C'è di più: il malvagio può cessare, per interesse o per altre ragioni, di essere tale, magari per qualche ora al giorno o in periodi particolari della sua vita. Ciò è impossibile allo stupido, la cui condizione è irreversibile e ininterrotta.

 

    Anche lo stupido, però, se si sforza, può riconoscere la malvagità, la costante cattiveria del potere. Il reato più grave e più impunito è probabilmente l'abuso della credulità e della sprovvedutezza popolare, che ci rende utili idioti, stupidi al servizio del potere. Homo stupidus, burattino dei delinquenti di ogni tempo, tanto inetto da accettare, generazione dopo generazione, la sudditanza volontaria di liberi servi. Quanto aveva ragione Voltaire a concludere che l'idiozia è una malattia straordinaria la cui vittima non è tanto chi ne soffre (ricordiamo Andreoli: solo gli imbecilli possono essere felici) ma l'umanità intera! 

 

   Milano, 11. 7.2021

  Avv. Giovanni Bonomo – Candide C.C.

 

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