Much ado about nothing

          Così direbbe il “Cigno di Avon”, perché soffermarsi sull'inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi quando oramai dovrebbe essere palese a chiunque che viviamo in un gay pride perenne? Perché fargli ulteriore pubblicità attraverso improbabili analisi di quel che hanno voluto rappresentare? 

Ma non vedete? Articoli dei giornali trattano l'argomento 365 giorni l'anno, multinazionali si colorano di arcobaleno, squadre sportive espongono i loro loghi e "sensibilizzano" il pubblico, gli artisti si schierano, le scuole inseriscono la questione gender nei programmi didattici. Insomma è davvero da stolti non comprendere che vi è una regia coordinata dietro tali scelte. 

Solo i lettori di Open di Mentana e affini che non vogliono vedere, possono continuare a ridacchiare e dare del complottista a chi guarda e ragiona. Sì vuole imporre una precisa Weltanschauung con una esposizione insistente e asfissiante del genderismo. 

Pertanto il fatto che ogni manifestazione diventi una cassa di risonanza di tali questioni LGBT non dovrebbe stupirci. Tutti coloro che si prestano a questa patetica messinscena, consapevoli o no, gioendo o indignandosi, sono pedine di una propaganda imposta con cui si sta volutamente modificando la società. 

Mi sono stufato di indignarmi, d’ora in poi, dopo queste mie sdegnate considerazioni non farò più rumore per nulla, darò retta a Shakespeare. 

Milano, 30. 7.2024

Giovanni Bonomo 


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