L'amore per il sapere e l'impegno di Candìde
Cari amici, mi rendo
sempre più conto che tra il credere e il pensare c’è di mezzo il… mare! Anzi
l’oceano, l’universo, una distanza infinita insomma. Il dialogo che talvolta
capita di avere con qualche credente inizia sempre con momenti di comicità per poi
trascendere in battibecchi che offendono la ragione e il buon senso. Ma si sa
che con i credenti (e non dico “religiosi”, perché vorrei recuperare il termine
autentico e buono della religiosità, che sottende un impegno intellettuale e di
ricerca che pochissimi hanno nel nostro Paese) ogni serio rapporto dialogico è
impossibile: è un muro contro muro.
O si pensa o si crede,
come già ben disse Schopenhauer. Ma il Papa, non quello attuale, una volta
disse, per falsare le carte: “il credere
non si oppone al pensare, al nostro impegno intellettuale, ma anzi lo esige, lo
presuppone, lo fa natura…”. Tale frase è un classico di quella dialettica
dell’assurdo che impregna tutte le religioni, di quell’assurdo che parte dalla
contraddizione del pensare verso qualcosa che è indimostrabile ma deve esistere
perché esiste come atto di fede. Come si può discutere allora con chi crede? Il
pensare è all’opposto la libertà di cercare, di contraddirsi, di ricredersi
sulle proprie credenze, e questo ci fa crescere, evolvere, allargare, elevare
la nostra visione del mondo senza la paura (e la conseguente invenzione di un
Padre rassicurante) di ciò che è ancora ignoto: perché la scienza va avanti!
Candìde, il nome del mio
salotto, è dedicato ad un filosofo, Voltaire. La Creatività, la Condivisione e
la Conoscenza riguardano la filosofia, non la religione. Una persona può essere
credente ed esercitare nel contempo la filosofia, ma la filosofia in quanto tale
non è religiosa, non può esserlo: se c’è qualcosa di cui la filosofia è mortalmente
nemica essa è la religione. Il filosofo è un irregolare, è un viaggiatore,
uno spirito libero che cerca la verità tra mille verità, che non potrà mai far
discendere la sua ricerca da una struttura monolitica o da una verità assoluta.
La figura diametralmente opposta al filosofo è quella dell’uomo di chiesa, che
è la più lontana dalla sincerità: egli parla infatti in nome dell’ineffabile
e offre come ultimi argomenti la sottomissione al mistero e alla fede. Una
sottomissione dovuta ad un venerabile passato o ad una rivelazione, ma che
l’uomo libero, prima ancora che il filosofo, non può accettare.
Concludo dicendo che, al
di là della critica storica e dell’esegesi biblica che hanno ridotto a brandelli
le fonti stesse della credenza in Cristo, personaggio costruito sul culto del
sole e sul mito degli dei redendori dell’antichità: Horus, Mitra, Krishna,
Buddha, Zoroastro, Osiris, Serapis, Mardouk, etc., dobbiamo renderci conto che
la scienza, a differenza delle religione, non impone nulla, nemmeno il bene,
perché lo fa conoscere attraverso lo splendore del vero, e lo fa amare propagandolo
con la persuasione, illuminando le intelligenze, nobilitando i cuori. Per questo
il mio Centro Culturale Candide si propone, oltre alla diffusone del
pensiero critico, anche la rifondazione di una spiritualità dell’uomo al
di là di ogni religione. Il logo del C.C.C. raffigura un fior di loto
stilizzato che richiama la struttura atomica semplificata secondo il modello
dello scienziato Niels Bohr, con la peculiarità che il nucleo-pistillo è a
forma di cuore e si eleva al di sopra delle orbite degli elettroni, a
significare la crescita spirituale dell’uomo e l’amore per il sapere.
Giovanni Bonomo –
Candide C.C.
Nota PENSARE, omaggio a
chi vuole credere: https://www.facebook.com/notes/giovanni-francesco-filippo-bonomo/p-e-n-s-a-r-e/10154486692308486
Commenti
Posta un commento
Ti ho fatto riflettere e vorresti scrivermi? gbonomo1@gmail.com, ma un commento è altrettanto gradito per un confronto aperto con altri lettori.