“Le ali di Icaro. L’insuperabile bellezza dell’essere umano”, di Luca Vettorello (Filosofia sui Navigli, 20. 3.2022).

         Stupenda conferenza del filosofo Luca Vettorello su un tema quanto mai attuale e di drammatica attualità, viste le implicazioni etiche dell’attuale tragedia umanitaria, in atto in Ucraina, con pericolo di una terza guerra mondiale, di degenerazione a esplosioni nucleari e di estinzione dell’umanità.

La domanda però viene spontanea: di quale umanità? Nell’attuale nostra configurazione genetica, retaggio scimmiesco - abbiamo dello scimpanzè il 98,5 % dello stesso corredo cromosomico e gli stessi comportamenti aggressivi e distruttivi - siamo veramente una specie destinata a sopravvivere? O la nostra solo “sopravvivenza” risiede piuttosto, in una visione transumana e poi postumana, nella EVOLUZIONE al di sopra della nostra GENETICA? 

E’ stata ricordata la considerazione di Sartre: “L’Olocausto è stato purtroppo umano, non disumano”… e di che cosa sia fatta la nostra umanità abbiamo un’attuale dimostrazione a quasi un mese dall’inizio del conflitto. 

Ho affrontato il tema in vari scritti su “Il salto oltre la specie” rivelando la mia visione futuristica di evoluzione della nostra specie diventando altro da noi, che forse è l’unica soluzione che la bellezza intellettuale unica dell’uomo, con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale e della robotica, ci permette di percorrere. 

Compiremo allora un salto quantico evolutivo che adesso, nell’attuale situazione di avanzamento (?) scientifico, non siamo nemmeno in grado di comprendere. Però già possiamo pensare a quanto velocemente potremmo fare questo salto quantico se solo le enormi somme destinate agli armamenti venissero invece destinate alla scienza e alla tecnologia! 

Che l’essere umano sia in realtà fatto per volare è stato ammesso alla fine dallo stesso relatore, che ci ha ricordato il mito di Icaro che vorrebbe dimostrare il contrario. Ora possiamo e dobbiamo volare! 

Qualsiasi proibizione, o limite culturale o dogma religioso richiede un atto di consapevolezza e di coraggio come quello di Prometeo. Significativa è la frase presente in una slide: “Uso intelligente della tecnica: a servizio dell’uomo per fuggire un limite che non gli appartiene”. Il limite è connaturato alla nostra genetica e alla nostra fragile natura umana, aveva ragione Nietzsche, dobbiamo andare oltre! 

Questa è, in realtà, “l’insuperabile bellezza dell’essere umano”, quella di superare i propri limiti, capacità che non è data invece alle altre specie viventi del nostro pianeta. 

Giovanni F F Bonomo – Candide C.C.






 

 

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