Milano, la città che sale
Al mio rientro da Dubai ritrovo la “più normale” dimensione degli edifici e palazzi milanesi, nella loro maestosa ma più contenuta grandezza di una città che sale, come scrisse il futurista Umberto Boccioni intitolando una sua opera (1919 – 1911) ora esposta al Museum di Modern Art di New York. E in effetti anche Milano, come Dubai, cresce in vetro-cemento in verticale, così come l’artista calabrese, naturalizzato milanese, l’aveva sognata.
Tale primato era già della torre Breda di
piazza della Repubblica, con i suoi 31 piani e 116 di altezza, che poi cedette
lo scettro al palazzo Pirelli, quello che i milanesi chiamao il Pirellone, con
i suoi 127 metri che fino al 1966 restò il più alto d’Europa, come ricorda Angelo
Gaccione in un articolo su Corsera di questa domenica 9 maggio 2021, intitolato
“La Milano che si arrampica in cielo e la rivincita del futurista Boccioni”.
Attualmente la torre Isozaki del gruppo Allianz, con i suoi 209 metri e la torre UniCredit, la cui antenna svetta a 231metri, sono le costruzioni più alte, e il primato – per Milano e per l’intera nazione - lo detiene la seconda.
Presto una nuova torre di 143 metri, che porterà il nome di Torre Faro, illuminerà Milano, scrive Gaccione. “… tutta rigorosamente in vetro svetterà lungo viale Isonzo, sull’asse della circonvallazione, quasi in posizione frontale a piazza Trento, ridisegnando la fisionomia dello scalo ferroviario di Porta Romana, dove sorgerà il villaggio Olimpico”.
Ed è proprio lì, a pochi passi da piazza Trento, precisamente in via Adige 23, si trova la casa del pittore futurista Boccioni, il quale dipinse proprio qui a Milano alcuni dei suoi quadri più celebri tra cui, appunto, “La città che sale”.
Milano, 9 maggio
2021 Giovanni
Bonomo – Candide C.C.
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