I nuovi 10 “comandamenti” imposti dalla nostra umanità e non da “Dio”

La storia dimostra come tutti i nostri sforzi di fondare l’etica sulla concezione religiosa del “dovere morale” siano miseramente falliti. Non appena iniziamo a pensare in modo serio alla felicità e alla sofferenza, scopriamo che le nostre tradizioni religiose non sono più affidabili sulle questioni etiche di quanto lo siano sulle questioni scientifiche.

L’antropomorfismo intrinseco in ogni fede non può che risultare incredibilmente ingenuo e improponibile alla luce delle nostre attuali conoscenze scientifiche del mondo naturale. Le verità biologiche non sono compatibili con la presenza di un dio progettista, né tantomeno di un dio benevolo. Lo stesso meccanismo che ha creato le bellezze e le varietà del mondo vivente ha generato anche le atrocità e la morte. La “teodicea” è la branca della teologia che studia il rapporto tra la giustizia di Dio e la presenza del male nel mondo. Ma i credenti sembrano non rendersi conto che nessun Dio degno di questo nome può accettare una tale assurdità. Basterebbe il solo buon senso, unito ad un minimo di pensiero critico, per comprendere che la religione vive nell’ombra, nel mistero, nella credenza popolare, non serve essere eruditi e nemmeno atei. Questo mi sembra di averlo spiegato nello scritto DEUS SIVE NATURA pubblicato sulla rivista di arte e cultura Odissea, sett.- ott. 2010. In verità le religioni hanno fallito in ogni parte del pianeta, bisogna fondare una spiritualità dell’uomo al di fuori da qualsiasi religione. Questo è anche l’ambizioso scopo del mio Centro Culturale Candide.

Per questo ho stilato questi nuovi 10 comandamenti di oggi consoni ad una società evoluta e affrancata dalla religione secondo i princìpi della democrazia liberale e della laicità delle istituzioni:

1• Non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.
2• In ogni cosa, cerca di non causare sofferenza o danno.
3• Tratta gli altri esseri umani, le altre cose viventi, e il mondo in generale, con amore, onestà, fedeltà e rispetto.
4• Non indottrinare i tuoi bambini. Insegna loro a pensare da soli, a valutare l'evidenza, e ad essere in disaccordo con te.
5• Vivi la tua vita con un senso di gioia e meraviglia.
6• Cerca sempre di imparare qualcosa di nuovo.
7• Metti alla prova tutto; controlla sempre le tue idee contro i fatti, e sii sempre pronto ad abbandonare anche la tua credenza più cara se non si conforma ad essi.
8• Non cercare mai di censurare, o di tagliare te stesso fuori dal dissenso; rispetta sempre il diritto degli altri di non essere d'accordo con te.
9• Sviluppa delle opinioni indipendenti sulla base delle tue personali ragioni ed esperienze; non permettere a te stesso di farti condurre ciecamente dagli altri.
10• Metti in discussione tutto.

Questa piccola collezione non è il lavoro di un grande saggio o di un profeta. È semplicemente il normale lavoro di un onesto giurista come il sottoscritto che cerca di riassumere i princìpi della buona vita oggi, in comparazione con i 10 comandamenti religiosi.

Ho ricavato tale lista digitando "nuovi 10 comandamenti" in un motore di ricerca e ho selezionato quelli che mi sembravano più consoni al CREDO nell’uomo, vale a dire nel prossimo tuo da “amare” (ma basterebbe rispettare) come te stesso. Il punto è proprio che questo è il tipo di lista che qualunque persona civile proporrebbe oggi.

Ma non tutti proporrebbero esattamente la stessa lista. Il filosofo John Rawls potrebbe includere qualcosa del genere: "Designa sempre le tue regole come se non sapessi se sarai in cima o in fondo alla lista di quelli che raccolgono". Un esempio pratico del principio di Rawls è un sistema per condividere il cibo, che sembra essere di origine Inuit: colui che taglia a fette il cibo è quello che prende la sua fetta per ultimo.

Ma non importano le piccole differenze né una graduatoria dei richiamati comandamenti morali. Ciò che conta è che quasi tutti abbiamo fatto progressi in avanti, e in modo significativo, dai tempi della Bibbia. La schiavitù, che era data allora per scontata e che troviamo nella maggior parte della nostra storia, fu abolita nei paesi civili nel diciannovesimo secolo. Oggi tutte le nazioni civilizzate accettano ciò che era largamente negato fino al 1920, cioè che il voto di una donna, in un'elezione o in una giuria, valga quanto quello di un uomo. Nelle società illuminate di oggi (categoria che evidentemente non include molti Stati arabi e medioerientali), le donne non sono più considerate come una cosa di proprietà, come invece erano chiaramente considerate nei tempi biblici. Qualunque sistema legale moderno avrebbe messo Abramo sotto processo per abuso di minori. E se avesse davvero portato a termine il suo piano di sacrificare Isacco, lo avremmo condannato per omicidio di primo grado. Eppure, secondo i costumi del suo tempo, la sua condotta era interamente ammirevole, obbedendo essa al comandamento di Dio. Religiosi o meno, tutti abbiamo cambiato enormemente la nostra idea di cosa è buono che cosa non lo è.

Eppure ancora oggi i religiosi credono veramente ciò che dicono di credere. La morale di tutto ciò è che dovremmo dare la colpa alla religione stessa, non all'estremismo religioso, come se fosse una specie di terribile perversione della religione “vera e decente”. Voltaire aveva ragione molto tempo fa: "Coloro che possono farti credere delle assurdità possono farti commettere atrocità". Ed aveva ragione anche Bertrand Russell: "Molte persone preferirebbero morire piuttosto che pensare. Anzi, lo fanno."

Finché accettiamo il principio che la fede religiosa debba essere rispettata semplicemente perché è fede religiosa, è difficile non rispettare la fede già di Osama Bin Laden e quella dei bombaroli suicidi. L'alternativa, così trasparente che non dovrebbe servire menzionarla, è abbandonare il principio del rispetto automatico per la fede religiosa. Questo è uno dei motivi per cui faccio tutto ciò che posso per mettere in guardia le persone dalla fede stessa, non solo dalla fede cosiddetta "estremista". Gli insegnamenti della religione "moderata", sebbene non estremisti di per sé, sono apertamente un invito all'estremismo. Nel gruppo “Dov’è Dio, lì il male” cerco di far capire che la fede è, di per sé, già il male in quanto non richiede giustificazione e non ammette argomentazioni contrarie. Ma dove non c’è scelta non c’è morale, come dico nell’introduzione al gruppo di bioetica laica.

Milano, 27. 7.2020    Avv. Giovanni Bonomo - Candide C.C.






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