Internet come sistema operativo sociale mondiale
Siamo solo agli inizi di un sistema destinato a cambiare radicalmente il modo di comunicare, di lavorare e di guadagnare. Internet è già un sistema operativo sociale mondiale. Ogni intervento legislativo deve seguire il rapido evolversi della tecnologia.
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Internet è il
fenomeno globale più straordinario di questa epoca, perché interessa ogni
attività e aspetto economico e sociale. Ha cambiato radicalmente anche il modo
di fare pubblicità e di realizzare profitti, permettendo pure alle PMI e a
singoli professionisti di avere una grande visibilità moltiplicando
strategie e tecniche di comunicazione, creando nuove forme di investimento e nuovi metodi di lavoro. Il crescente
fenomeno dell'Internet Marketing ora anche in Italia, con la
creazione di rendite online e consistenti guadagni, è un
importante segnale di un cambiamento in atto che interessa tutti.
Tuttavia
Internet viene considerata ancora il mezzo anarchico per eccellenza di
espressione del pensiero, il mass medium di portata
mondiale: pare allora impossibile assoggettarlo al diritto senza offenderne la
natura. Governata dalla tecnologia “la Rete” produce, in verità, regole che si
impongono a tutti, prescindendo dal luogo fisico ove si trova l’agente e dal
diritto nazionale che, in astratto, dovrebbe applicarsi. Un nuovo
diritto tecnologico prende sempre più consistenza e le decisioni del giurista
dipendono sempre più dalla tecnologia informatica. Il fortunato libro del
giurista americano Lawrence Lessig, dal titolo “Code is the law”,
ci dice che il codice binario, il codice sorgente, la matrix,
prevale, nel fenomeno Internet, sul tradizionale concetto di codice come
insieme coordinato di norme di legge.
Però bisogna
chiedersi come sia possibile, quando centinaia di milioni di persone
trascorrono una parte significativa, se non prevalente, della loro vita sulla
Rete - creandosi rapporti, gruppi, dinamiche sociali, rendite -, lasciare senza
regolamentazione legislativa il fenomeno: ubi societas ibi
jus. E’ facile avvedersi che ciò implica un complesso di norme che
attraversano il diritto costituzionale, pubblico, amministrativo,
internazionale, comunitario, commerciale, civile, industriale e pure penale[1].
Il giurista
si trova così costretto ad adattarle a nuove fattispecie derivanti dalla
tecnologia informatica, ad apprendere nuovi nomi, nuovi concetti, avendo a che
fare con continui sviluppi tecnologici.
Le
conseguenze della diffusione di Internet e delle nuove tecnologie di
comunicazione sono, nell’ambiente giuridico, evidenti e caratterizzate da
profili di grande novità:
1. una disarticolazione del sistema delle fonti, già iniziata con la crisi del concetto di Stato nazionale come unico soggetto legittimato a produrre norme all’interno dello spazio territoriale dei propri confini;
2. una circolazione di modelli giuridici uniformi, tali da appiattire perfino le differenze tra civil law e common law;
3. la creazione di nuovi beni e servizi, prima non concepiti perché del tutto privi del requisito della fisicità: i motori di ricerca, le banche dati on-line, i nomi a dominio, i siti web, lo spazio telematico disponibile per la memorizzazione di dati, fino ai diritti televisivi su piattaforma digitale.
4. nuove forme di responsabilità civile, che non riguardano unicamente lesioni di diritti su beni tradizionali, ma contemplano anche condotte non riproducibili nella realtà materiale. Sorgono così fattispecie illecite tipiche della Rete che non possono trovare dimora in ambiti diversi. Si pensi, ad esempio, alla contraffazione di nomi a dominio, o al caso dell’accesso non autorizzato alle banche dati, o alla controversa responsabilità del provider per attività illecite compiute da terzi nello spazio telematico.
1. una disarticolazione del sistema delle fonti, già iniziata con la crisi del concetto di Stato nazionale come unico soggetto legittimato a produrre norme all’interno dello spazio territoriale dei propri confini;
2. una circolazione di modelli giuridici uniformi, tali da appiattire perfino le differenze tra civil law e common law;
3. la creazione di nuovi beni e servizi, prima non concepiti perché del tutto privi del requisito della fisicità: i motori di ricerca, le banche dati on-line, i nomi a dominio, i siti web, lo spazio telematico disponibile per la memorizzazione di dati, fino ai diritti televisivi su piattaforma digitale.
4. nuove forme di responsabilità civile, che non riguardano unicamente lesioni di diritti su beni tradizionali, ma contemplano anche condotte non riproducibili nella realtà materiale. Sorgono così fattispecie illecite tipiche della Rete che non possono trovare dimora in ambiti diversi. Si pensi, ad esempio, alla contraffazione di nomi a dominio, o al caso dell’accesso non autorizzato alle banche dati, o alla controversa responsabilità del provider per attività illecite compiute da terzi nello spazio telematico.
In questo
groviglio di vecchie norme che si devono adattare ai nuovi fenomeni, e pure di
nuove norme che devono rincorrere i fenomeni tecnologici in continua mutazione,
il faro, la bussola che deve guidare il giurista, è rappresentato dai valori
costituzionali, soprattutto quelli che incidono sui diritti primari della
persona. E tra essi, data la specificità del fenomeno, assume un ruolo di
maggiore rilevanza quello relativo al diritto di accesso alle informazioni,
oltre al diritto di poter liberamente comunicare.
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Il cyberspazio si
presenta come l'ambiente privilegiato per le condivisioni del sapere che Pierre
Levy, uno dei maggiori studiosi del fenomeno Internet, riassume nella
definizione di “Intelligenza Collettiva”. E’ un nuovo ambiente
che ha come tendenza fondamentale di interfacciare tutti
i dispositivi di creazione, registrazione, comunicazione e
simulazione dell'informazione, la quale viene poi scambiata attraverso nuove
modalità comunicative e interattive - la posta
elettronica, l'accesso a distanza e il trasferimento di file,
i newsgroup e i groupware - mettendo in
collegamento gli utenti della Rete e permettendo loro di
condividere le illimitate risorse presenti al suo interno.
Internet è in
definitiva il nuovo palcoscenico del mondo, sul quale vengono ormai
messe in scena produzioni culturali di ogni tipo immaginabile. Questo perché la
tecnologia digitale ha svincolato i prodotti di informazione e di
intrattenimento dai mezzi specifici per renderli universali, cioè adattabili
a qualunque piattaforma: telefonia, televisione, radiofonia
possono essere sostituiti da un’unica forma di trasmissione, senza
specificazioni preventive del medium che veicola i
contenuti. E’ il principio di neutralità tecnologica,
riconosciuto e sancito anche dal nostro ordinamento.
Strettamente
correlata alla rivoluzione digitale, alla convergenza dei media nei
settori dell'entertainment, delle telecomunicazioni e
dell’industria tecnologica, è il processo che Robert Fiedler chiama “mediamorfosi”:
i nuovi media emergono dalla metamorfosi di mezzi più
vecchi, i quali tendono ad adattarsi e a continuare ad evolversi. Ne è un
esempio la trasformazione dell’emittenza televisiva in servizio
di media audiovisivi.
Le nuove
tecnologie hanno portato profondi cambiamenti nel modo di diffondere e di
fruire le opere dell'ingegno. La tecnologia digitale tende ad unificare
i media aprendo nuovi mercati e nuove prospettive di
guadagno. Si sta andando addirittura verso l’integrazione di tutti
i messaggi di qualsiasi genere in un unico mezzo, talmente esauriente,
diversificato e malleabile da assorbire nel medesimo testo multimediale
l’intera esperienza umana passata, presente e futura.
L'opera
dell'ingegno ormai "dematerializzata", con la progressiva sparizione
del corpus mechanicum, che era il vero mezzo di comunicazione e
diffusione e l'oggetto della protezione del diritto d’autore, produce fenomeni
di riduzione di complessità, che si concreta nella eliminazione di
intermediazioni nei processi di produzione mediatica di contenuti.
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Parallelamente
a questi mutamenti, l'attenzione e l'interesse degli attori coinvolti nel
sistema si spostano dalla ricerca di possesso materiale dei beni di consumo e
dei mezzi di comunicazione, alla ricerca di accesso ai canali
di comunicazione.
In questo
senso Internet, inteso come arena di interazione tra una pluralità di
soggetti, e con la sua duplice natura sia di sistema
tecnologico e mediatico sia di ambiente ospitante contenuti
multimediali di intrattenimento, si pone come strumento principe per la
distribuzione e la condivisione potenzialmente paritaria di contenuti e
di accessi. Nel digital marketing, ad esempio, si parla
adesso di condividere anziché vendere.
Nella nostra
analisi, e in comparazione agli altri media tradizionali, il
fenomeno più interessante di Internet resta, come caratteristica presente fin
dalla sua nascita, la più elevata propensione del mezzo alla parità di
accesso. Capirne il funzionamento significa anche mettere a fuoco la
struttura dei mercati e dei sottomercati nonché la dinamica competitiva con gli
altri mezzi di comunicazione.
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La Rete è
un’arena virtuale capace di offrire visibilità a chiunque, di cui possiamo
analizzare, anche su base statistica, i comportamenti. L’accaparramento dei
dati personalial fine di avere profili più dettagliati possibili di
potenziali consumatori è un vero business. I grandi
portali e il loro annesso motore di ricerca restano la principale via
d’ingresso al World Wide Web, sia per i neofiti che per gli esperti. L'esperienza
di questi anni ci porta a constatare che a una più elevata disponibilità di tecnologia
si accompagna un indebolimento dei diritti alla privacy.
Nel senso che
maggiore è la capacità comunicativa degli strumenti tecnologici di cui
disponiamo, maggiore sarà il rischio che informazioni personali si
disperdano senza il controllo del legittimo interessato. E' questo che accade
soprattutto in Internet, dove gli attentati
alla riservatezza dei navigatori sono all'ordine del giorno e dove è
impossibile transitare «senza lasciare tracce».
Come afferma
un autorevole documento firmato dalle Autorità Garanti per la privacy europee,
esiste il concreto rischio di perdere il controllo dell'utilizzo dei
propri dati una volta pubblicati in Rete. Le informazioni
personali di ogni singolo utente vengono a conoscenza non
solo degli altri soggetti appartenenti alla c.d. cerchia di amici, ma anche
dell’intera comunità degli abbonati a un dato servizio.
Anche qui
bisogna evitare l’errore di mantenere in vigore leggi arretrate rispetto
all’evoluzione tecnologica. Occorrerebbe un intervento legislativo
tenendo conto del rapido evolversi della tecnologia: la tecnica
legislativa della sunset law, cioè delle norme a
scadenza predeterminata, permetterebbe di rivedere periodicamente quelle norme
che non si adattano più alle nuove situazioni.
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Si parla di “cittadinanza
digitale” a proposito di come l’individuo si relaziona con i pubblici
poteri ed esercita i suoi diritti di cittadinanza, oltre che di “identità
digitale”, che si esprime nei social networkscon il
fenomeno della moltiplicazione delle identità virtuali e dell’appartenenza a
“gruppi” di condivisione di interessi comuni. Questo fenomeno è molto diffuso
nell'Internet Marketing quando viene operato tramite i social network.
La
magistratura, dovendo operare su fronti nuovi e in assenza di certezze
normative, diventa a volte così “creativa” da sostituirsi di fatto al
legislatore, emettendo pronunce discutibili e potenzialmente lesive delle nuove
libertà verso le quali la Rete sembra condurci. Siamo di fronte insomma a un
mutamento mondiale e strutturale altamente significativo, specie se collocato
in un contesto storico-evolutivo.
La fine di
ogni secolo negli ultimi tre secoli ha coinciso con una grande rivoluzione. La
fine del Settecento ha coinciso con la rivoluzione del messaggio: la parola si
è democratizzata (si pensi alla rivoluzione francese e alla dichiarazione di
indipendenza americana). La fine dell'Ottocento è stata la rivoluzione del
mezzo: è nata la radio, è nato il cinema, sono stati fatti i primi esperimenti
fondamentali della televisione. La fine del Novecento e l'inizio del nuovo
millennio vedono la rivoluzione dell'integrazione tra mezzo e messaggio: tutti
i mezzi e i contenuti mediatici in forma sonora, iconica, audiovisiva, diffusi
da differenti dispositivi (computer, telefoni, televisori, etc.) concorrono a
comporre un unico grande insieme di multimedialità che
segna un passo significativo nell'evoluzione della comunicazione e una
implementazione delle sue tecniche a beneficio delle interrelazioni e quindi
dei processi spontanei della stessa società.
°°°
La Rete è
diventata ormai l’ambiente idoneo a coniugare le immaginazioni e le
intelligenze, mettendole al servizio dello sviluppo e dell'emancipazione del
genere umano. Internet è destinato a diventare, ma in parte lo è già, una nuova
istituzione, un sistema operativo sociale mondiale.
Milano, 25
novembre 2018 Avv. Giovanni Bonomo
__________________________________
[1] Nel mio articolo in
Diritto 24 auspico una regolamentazione di internet come medium istituzionale
universale ad accesso tendenzialmente wireless.
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Ti ho fatto riflettere e vorresti scrivermi? gbonomo1@gmail.com, ma un commento è altrettanto gradito per un confronto aperto con altri lettori.